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FARÀ SALTARE IL PARLAMENTO
MUSIC

Afrika Bambaataa



This is brother Afrika Bambaataa of the Almighty Universal Zulu Nation, the Amen Ra of Universal Hip Hop Culture.

Niente di più, niente di meno.

Così si presenta Afrika Bambaataa, fondatore della Zulu Nation e padrino, assieme a Kool Herc e a Grandmaster Flash, di quello che oggi chiamiamo Hip hop.

In questa intervista Bambaataa parla della sua vita e della sua visione del mondo, visione profondamente cambiata durante un suo viaggio in Africa. Al ritorno da quell’esperienza infatti, il giovane Kevin Donovan, all’epoca leader della gang dei Black Spades, cambia nome e filosofia, tornando nel Bronx per professare peace, love, unity and having fun.

Un artista che ha dedicato la vita ad unire persone e stili differenti, basti pensare alla sue collaborazioni musicali che spaziano da Roger Sanchez a Johnny Rotten, dai padrini del nu-funk Fort Knox Five al padrino dell’old funk, sua maestà James Brown.

L’appuntamento, ma ormai dovreste saperlo, è per il prossimo 13 marzo presso l’auditorium Flog di Firenze. Per ingannare l’attesa, leggetevi l’intervista e cercatevi il video promo con Urto e Led sui siti di Switch e Gold.
Un ringraziamento all’ amico e collega Andrea Mi di Controradio per la sua preziosa partecipazione in questa intervista. A questo proposito: non perdetevi il prossimo appuntamento con Mixxxology dove potrete ascoltare queste riflessioni direttamente dalla voce di Bam.

Un ringraziamento doveroso anche all’amica Nilsia Cadena, fondamentale in fase di traduzione.
A voi.

Deiv Ciao Bam! Cosa stai combinando in Grecia?

Afrika Bambaataa Mi godo la vibra con la gente.

Deiv Quindi cosa stai facendo in questi giorni? Stai registrando nuove cose, sei in tour o che altro?

Afrika Bambaataa Entrambe le cose, sono in tour ma sto anche lavorando su cose nuove. C’è un libro che è uscito che si chiama “Hip hop: a cultural odissey”, poi siamo usciti con le sneaker della Zulu Nation con il brand Circa, poi abbiamo questa nuova canzone, che si chiama “If you don’t work you can’t eat” con Afrika Islam, che è un rifacimento del brano di James Brown e Marva Whitney, che è disponibile come download su Itunes. C’è un disco che uscirà in Germania ancora con Afrika Islam oltre a Charlie Funk. Uscirò con un paio di dischi in Francia, un altro lavoro hip-house con Roger Sanchez e “Shift” un brano che ho registrato coi Fort Knox Five e del quale potete già trovare il video su youtube. Più molte altre collaborazioni in via di sviluppo.

Deiv Per quando dobbiamo aspettarci il prossimo disco?

Afrika Bambaataa Beh un pezzo è già su Itunes, per il disco ancora è presto. Forse faremo tutto in download, senza un disco vero e proprio.

Deiv Mi piacerebbe sapere chi erano le persone che frequentavano i tuoi Block Parties quando li organizzavi nel South Bronx, sul finire degli anni ’70.

Afrika Bambaataa C’erano persone provenienti da tutta la città, di tutte le comunità. Alle persone piaceva la musica che suonavo. Punto. I Block Parties erano aperti a tutti. Ed io suonavo di tutto. Rnb, soul, funk, poi si sono aggiunti i breakers e poi sono arrivati i rappers. Più tardi, negli anni ’80, anche i punk cominciarono a frequentare i block parties.

Deiv Perchè credi che i punk venissero alle tue feste? Come hai fatto a coinvolgerli?

Afrika Bambaataa Perchè a loro piaceva la musica che suonavo. Che comprendeva anche tanto rock, oltre al funk ed al primo hip hop che cominciava a circolare. Poi ho cominciato a suonare downtown, dove c’erano tante comunità bianche, con tanti punk, e questi cominciarono a seguirmi ovunque io suonassi in città.

Deiv Chiaramente uno degli episodi più importanti della tua vita è il viaggio che facesti in Africa. Partisti da uomo di guerra per tornare come uomo di pace, cambiando la tua mentalità. Quale fu la cosa che ti colpì così tanto da farti cambiare , non solo il tuo punto di vista sul mondo, ma anche il tuo nome?

Afrika Bambaataa Beh, vedere le persone che erano, come dire, gli indigeni del nostro pianeta, il modo in cui portano avanti le loro vite dignitosamente, una cosa molta diversa da come viene rappresentata sui grandi media. Per non parlare di tutta la conoscenza che ho appreso lì. Fu una cosa profonda, per me. Così come lo scoprire che l’Africa è la madre di tutte le civiltà, specialmente l’antico Kemet, oggi conosciuto come l’Egitto, dove si trovava la conoscenza che ha dato vita a tutte le religioni che sono seguite. Così è nato il tuo Cristianesimo, così è nato il tuo Islamismo, così è nato il tuo Giudaismo.

Deiv Credo che un altro episodio fondamentale della tua vita sia il primo tour mondiale hip hop in cui ti imbarcasti, nel 1982. Chi erano le persone in tour con te e quale fu la reazione della gente quando vide l’hip hop per la prima volta?

Afrika Bambaataa Cominciammo in Inghilterra per girare un po’ per l’Europa. Dopo l’Inghilterra andammo in Francia perchè avevamo il supporto di una radio di lì, Europe1. Avevamo i djs, gli mcs, le double dutch girls, a volte anche un po’ di graffiti artists. E la gente da una parte era interessata, dall’altra si chiedeva “che è questa roba?” E quindi in parte rimanevano impalati a guardarci, in parte avevano voglia di cimentarsi loto stessi in prima persona, qualcuno provando lo scratch, qualcun altro accennando qualche passo di danza. Le cose ovviamente sono cambiate, in meglio, via via che attraversavamo altri paesi, spostandoci da piccole città, bar e caffè a location più ampie. Da città a città, da paese a paese. E’ stato un lavorone! Però adesso abbiamo l’hip hop a livello internazionale, in tutto il mondo, grazie a tutte le persone che hanno dato una mano allo sviluppo della Zulu Nation in tanti differenti paesi.

Deiv A questo proposito: qual era lo scopo originario della Zulu Nation quando la creasti?

Afrika Bambaataa Era fondamentale per dare un’alternativa alle persone rispetto alla violenza delle gang, per unire le persone sotto il nome dell’hip hop, che è un movimento universale di consapevolezza. Peace, love, unity and having fun. Questo, grazie ai cinque elementi, ovvero: breaking, deejaying, mcing, writing ed il quinto elemento che è la conoscenza (knowledge).

Deiv Questo sembra terribilmente lontano dall’hip hop del 2011. Sei d’accordo? Qual è il tuo pensiero sull’hip hop odierno?

Afrika Bambaataa Beh, la cultura esiste ancora. Sui media invece, questi sono focalizzati su un solo aspetto dell’hip hop, che è il rap. E a sua volta, all’interno del rap si sono focalizzati quasi interamente su un solo aspetto che è il gangsta. Io, nei miei set, cerco di creare un viaggio musicale, che è quello che dovrebbero fare anche le radio e che, invece, non fanno. Le televisioni, le radio, non rappresentano tutto lo spettro dell’hip hop. Quindi la maggior parte delle radio che si professano rnb o hip hop stanno ingannando le persone: la Universal Zulu Nation sostiene, invece, che tu dovresti suonare un insieme, bilanciato, di tutti i tipi di musica. Non importa che una cosa avvenga in Italia o in un qualsiasi altro posto del mondo. Se ti piacciono hip hop, funk, techno, rap, jazz, house, dovresti suonare il vecchio col nuovo ed il nuovo col vecchio (the new with the old and the old with the new). Così puoi capire cosa c’era prima, cosa che c’è adesso e cosa, si spera, sarà qui anche in futuro. Putroppo le radio passano i soliti dieci dischi ancora e ancora… in Italia, ad esempio, c’è una grossa comunità hip hop, che però, magari, viene ignorata dai media. Cercano di importi altra musica. I dj delle radio passano solo house e allora tutti si metteranno a fare o a seguire la house. Poi la moda cambia, e le radio inizieranno a passare solo techno. Ecco allora che tutti si metteranno a fare o a seguire solo la techno. Così programmano le menti delle persone, invece di far conoscere alla gente che esistono altri tipi di musica. Ecco quindi che una cerchia ristretta di persone decide quelli che saranno i gusti e la musica delle masse, non so se pagando o meno, ma altrimenti è impossibile spiegare come tutte le radio del mondo suonino sempre i soliti 10-15 dischi. Questo è il motivo per cui tante persone si sono rivolte alle radio online.

Deiv Quali sono i tuoi sentimenti quando pensi a “Planet Rock”? Quel disco cambiò le carte in tavola.

Afrika Bambaataa Quel disco fu uno spartiacque che ribaltò l’industria musicale spingendola verso un suono completamente diverso, l’Electro Funk. Da lì sono arrivati il Miami Bass, la House, l’Hip-House, parte dell’Elettronica, il Latin Freestyle, il Baile Funk. Quindi fu una grossa rivoluzione nell’industria musicale oltre ad essere il pezzo hip hop più campionato della storia. La canzone è infatti il risultato di quattro dischi che suonavo all’epoca nei miei set e che sono “Trans Europe Express” dei Kraftwerk, “Numbers” ancora dei Kraftwerk, “The mexican” di Babe Ruth e “Super Sporm” di Captain Sky ed è un po’ un collage, come un mix di techno-pop unito al funk di James Brown e di Sly & the family stone. Questo diede vita al sound Electro-funk.

Deiv Qual è stato il ruolo del Krautrock nella nascita dell’Electro Funk?

Afrika Bambaataa Beh si mi sono sempre piaciuti i Kraftwerk anche se devo dire che il mio primo disco è decisamente più influenzato da Herbie Hancock. La vera influenza nel mio sound fu il techno-pop che, sì, facevano loro, ma anche i giapponesi Yellow Magic Orchestra, Gary Numan o anche John Carpenter con la colonna sonora di “Halloween”.

Deiv Cosa ascolti in questo momento?

Afrika Bambaataa Ogni tipo di musica. Ascolto ancora la house, ascolto ancora il funk, e poi la techno, il rock, jazz, reggae, soca, musica africana, salsa.

DeivTu, Kool Herc e Grandmaster Flash siete i padrini dell’hip hop. Quali sono i rapporti fra di voi e come sono cambiati nel corso degli anni?

Afrika Bambaataa C’è rispetto fra noi. Abbiamo creato un movimento culturale, in zone differenti della città, siamo stati gli architetti dell’hip hop. E quelli venuti dopo di noi, per quanto pionieri, presero la strada tracciata da noi.

Deiv Vuoi dire qualcosa sulla condizione di salute di Kool Herc e magari stimolare le persone a fare qualcosa in proposito?

Afrika Bambaataa Quello che posso dire, nel nome di Kool Herc, è che l’assicurazione sanitaria è un grosso problema per molte persone su questo pianeta. Tante persone che non ce l’hanno, perchè non possono permettersela, dovrebbero concentrarsi su come curare i loro corpi naturali con il sistema naturale Olistic, ma molte persone non sanno cosa sia. Quindi sì, portare sanità alla gente è un grosso problema in tutto il mondo: non dovrebbero usare le persone come cavie per le industrie farmaceutiche, pensando ai profitti invece che alla salute. Molte persone vengono curate con droghe che, invece che risolverti il problema, non fanno altro che crearti una dipendenza. Questo è un grosso problema, per tutto il genere umano.

Deiv Tirando le somme, credo che la tua vita possa essere riassunta come un tentativo continuo di unire persone e stili diversi. Concordi?

Afrika Bambaataa Si. Decisamente. Voglio che le persone si incontrino, che parlino fra di loro, così che possano capire che tutti viviamo assieme su questo pianeta come esseri umani. Così che comincino a pensare a sé stessi in termini di esseri umani, non in termini di colori. Quando sento le persone dire “io sono nero”, “io sono bianco” o “giallo” o “rosso” o quel che ti pare, questo non ha significato. Questa non è la tua nazionalità, non è un diritto che si acquisisce alla nascita. Perchè non esiste “il paese nero” o “il paese bianco” o quello marrone o quello giallo.

Deiv Grazie, è stato un onore poter parlare con te.

Afrika Bambaataa Grazie a te.

Qui sotto il video di “Shift” di Afrika Bambaataa con i Fort Knox Five.